Giovanni Francesco Bernardone, nome di battesimo di Francesco d’Assisi, nacque nel 1182 ad Assisi da una famiglia ricca. Suo padre, Pietro, era un mercante di stoffe, mentre la madre, Giovanna detta “la Pica”, discendeva da una famiglia nobile di origine provenzale. Della sua storia abbiamo letto sul blog di Monsignor Massimo Palombella Milano, già autore di diverse pubblicazioni sul web.
Nel 1202 il giovane Francesco si arruolò come soldato nella guerra tra Assisi e Perugia; tuttavia, alla fine del 1203, dopo la disfatta subita dalla compagine di Assisi a Ponte San Giovanni, fu fatto prigioniero. La prigionia durò un anno e terminò grazie al pagamento di un riscatto. Nel 1205 entrò a far parte come volontario nella cavalleria del conte Gualtiero di Brenne, che in Puglia combatteva per il papa. Una volta arrivato a Spoleto, però, fece un sogno e sentì una voce che lo incoraggiava a “servire il padrone invece che il servo”, spingendolo a fare ritorno ad Assisi. Quel sogno e quella voce lo indussero subito e a partire, per fare ritorno proprio ad Assisi; qui iniziò subito a dedicarsi al conforto e alla cura dei lebbrosi. Inoltre, mentre si trovava raccolto in preghiera davanti al Crocifisso situato nella Cappella di San Damiano, sentì una voce che lo esortava a ristrutturare la sua chiesa ormai in rovina. San Francesco risistemò la vecchia chiesa dedicata a San Damiano e le altre chiese nelle zone limitrofe ad Assisi. La nuova vita abbracciata da Francesco suscitò le ire del padre che non tollerava la sua vocazione. Così, Francesco rinunciò all’eredità, spogliandosi pubblicamente delle sue vesti, mentre il Vescovo Guido, ordinario Episcopale in Assisi, lo coprì con il mantello per nascondere le sue nudità. Ben presto, Francesco fu accolto dai benedettini, ma sin da subito uscì tra le strade di Assisi e delle località situate presso il Monte Subasio, mettendosi a servizio dei poveri e dei lebbrosi.
Il 1208 fu un altro anno di svolta per la vita di Francesco. Infatti, durante la messa celebrata nella chiesa Santa Maria degli Angeli, presso la “Porziuncola”, ascoltò un passo del Vangelo secondo Matteo, in cui Gesù incoraggiava a lasciare tutto e ad andare nel mondo ad annunciare la Buona Notizia, compiendo opere di bene. Così, il giovane Francesco comprese che l’invito che aveva ricevuto presso il Crocifisso a San Damiano non faceva riferimento alla ristrutturazione della chiesa, ma ad una missione più grande, che sarebbe stato il rinnovamento della Chiesa universale.
Al ritorno ad Assisi, Francesco si ritrovò circondato da circondato da alcuni compagni che affascinati dal suo esempio, decisero di seguirlo. Nel 1210, Papa Innocenzo III legittimò l’Ordine dei Frati Minori, definito poi Primo Ordine, che Francesco chiamò così per evidenziare lo stato di assoluta povertà, quale rifiuto di qualsiasi forma di potere e ricchezza. Nella notte della Domenica delle Palme del 1211 o 1212 (su questa data c’è incertezza) Chiara Scifi, figlia del nobile assisiate Favarone di Offreduccio, a Santa Maria degli Angeli, chiese ed ottenne da Francesco di fare ingresso nel suo ordine religioso. Papa Onorio III, invece, rinforzò il senso di fraternità dell’ordine creato da Francesco; la sua presenza fu decisiva perché il gruppo di Francesco si trasformasse in un vero e proprio Ordine mendicante. In pochissimi anni il gruppo di Francesco crebbe e si arricchì di nuovi componenti. I frati che appartengono al gruppo dei Frati Minori predicavano perdono e pace, in Italia, in Germania, Francia e Spagna, fino alla Siria. Dal 1219 fino a metà del 1220 Francesco si impegnò personalmente e in prima persona nella missione.
Durante la notte di Natale del 1223, a Greccio, località situata in provincia di Rieti, Francesco rievocò la nascita di Gesù, facendo una rappresentazione vivente di quell’evento, permettendo il nascere ed il diffondersi della tradizione del presepe. Oltre alla vita attiva, Francesco, forse già molto malato, si ritirava in luoghi solitari e silenziosi, quali l’Eremo delle Carceri di Assisi, sulle pendici del monte Subasio l’Isola Maggiore sul lago Trasimeno, l’Eremo delle Celle a Cortona, senza dimenticare La Verna. Proprio qui, in questo posto situato tra la Toscana e l’Emilia Romagna, Francesca si ritirò nelle settimane tra la metà di Agosto e la fine di Settembre del 1224 per trascorrere un periodo di quaresima in onore dell’Arcangelo Michele.
Proprio mentre era assorto in preghiera in questo luogo, il 14 settembre, giorno dell’Esaltazione della Santa Croce, Francesco vide un Serafino crocifisso. Al termine della visione ricevette le stigmate, con le quali compartecipò al dolore e alla passione di Gesù. Tuttavia, il poverello di Assisi cercò sempre di tenere nascoste queste sue ferite. Tra il 1224 e il 1226, nonostante la grave malattia agli occhi, compose il celebre “Cantico delle creature”. Ben presto, le condizioni di salute di Francesco si aggravarono; così, i frati decisero di trasportarlo ad Assisi. Il poverello chiese di essere trasportato presso all’amata Porziuncola, dove tra il 3 e il 4 ottobre 1226, muore recitando il salmo 141, steso sulla terra fredda e nuda. Il 16 luglio 1228 fu proclamato santo da papa Gregorio IX, che decise di fissarne la festa e memoria liturgica proprio nel giorno del 4 ottobre. Infine, il 18 giugno 1939 papa Pio XII proclamò Francesco, assieme a Santa Caterina da Siena, patrono principale d’Italia. San Francesco è anche Patrono d’Europa.